domenica 13 aprile 2008

Considerazioni pasquali

















Il giorno di Sabato Santo mi trovavo in una cittadina della Padania e sono stato colpito da un manifesto di un giornale locale in edicola il quale a grandi titoli, come si conviene ad un manifesto pubblicitario, riportava:
“FOLLA STRARIPANTE ALLA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO”.
Bene, ho pensato, anche in queste tristi lande padane si sta riscoprendo la religione dopo l’abbuffata di laicismo (per non dire ateismo) degli ultimi decenni.
Non so se lì in Padania usino come da noi nelle Due Sicilie portare in processione le statue di Maria Addolorata e del Cristo sanguinante, però presumo che facciano qualcosa di simile. Quindi dovrebbero conoscere la “icona” dell’Addolorata com’è generalmente rappresentata.
Be’, quello stesso pomeriggio, mentre passeggiavamo per la città, mia moglie, mia figlia e la suocera di mia figlia insieme, davanti, tutte e tre con l’hejab; io, mio genero e il mio consuocero un po’ più dietro, ci capita di sentire il commento di alcune donnine che avevano appena incrociate le “nostre” donne e che non immaginavano d’essere ascoltate. Dicevano: “Io proprio non capisco perché queste qui debbano vestire a questa maniera…”.
Che dire? Posso capire che non condividiate quel vestito, soprattutto il foulard, che grazie ad una ben orchestrata campagna diffamatoria, è assurto a simbolo dell’oppressione femminile. Posso capire che non lo condividiate perché in opposizione ai valori laicisti e modernisti che vi hanno “invaso” il cuore (e di questa “invasione” non si lamenta nessun assertore della difesa dei “nostri” valori cristiani). Quel che invece non riesco a capire è come non riusciate a collegare le immagini della vostra religione con l’immagine delle nostre donne in modo da, non dico comprendere, ma almeno capire perché queste vestano così.
La Tradizione, quella con la T maiuscola, l’eterna Tradizione, quella cui faceva riferimento Maria (pace su di lei) e quella cui fanno riferimento i musulmani da sempre, impone un certo codice d'abbigliamento che, tra le altre cose, considera le chiome femminili nudità da coprire .
Qualcuno potrebbe dire: “Si, ma questi episodi possono avvenire in Padania, una terra ormai scristianizzata, ma non da noi, nelle Due Sicilie”. (Ma come la mettiamo con la folla straripante alla processione del Venerdì Santo?).
Be’, un altro episodio, questa volta a Sibari, in Calabria, nel cuore delle Due Sicilie.
Sul lungomare, le solite bancarelle di Ferragosto. Un venditore, calabrese doc, anche lui nota le “nostre” donne e anche lui pone loro, apertamente, come si usa da noi, e non da dietro, come si usa nelle terre perbeniste, la solita domanda: “Ma perché vestite così, coprendovi la testa?”
Pronta la risposta delle “nostre” donne, che nel frattempo avevano notato che su quella bancarella si vendevano proprio, guarda un po’ la combinazione, quadri di santi e madonne: “Ma come, vendete quadri con l’immagine di Maria con il capo coperto e ci fate questa domanda?” Il venditore risponde sorpreso: “Perché, mica Maria ha il capo coperto!”
“Come no? Venite a controllare!” Il venditore si alza e va a vedere i quadri che lui stesso vende e che evidentemente non aveva mai guardato con attenzione. “Caspita, avete ragione! Sapete che non me ne ero mai accorto? Forse siamo così abituati a quelle immagini che non ne notiamo i particolari”.
Quanto al Cristo sanguinante che viene portato in processione il Venerdì Santo, chi mai s’è scandalizzato di quel Santo sangue? Chi s’è mai sentito sgomento per la crudezza con cui viene rappresentato Cristo (pace su di lui) dopo il supplizio della flagellazione?
Invece le immagini di Ashura che sempre più spesso vediamo sul web e in TV scandalizzano e attirano critiche e condanne. Quest’anno, in un paesino del milanese, la comunità shiita pakistana ha organizzato, con il permesso del Comune, la processione di Ashura nella pubblica via e la successiva commemorazione in una palestra comunale. Una celebrazione modesta e sobria, dove l’elemento sangue era appena accennato.
Eppure un giornale parla di “sgomento dei (bravi) cittadini”, di “urla selvagge ed incomprensibili” (erano in realtà le grida di dolore per la morte dell’Imam Hosseyn, nipote del Profeta Mohammad (pace su di loro), e se pur non erano comprensibili, c’era dovizia di cartelloni in italiano che spiegavano il senso di quelle grida e di quel corteo doloroso).
Morale della favola: i condizionamenti “secolari” acquisiti nel DNA, sommati ai recenti condizionamenti portati avanti “ad abuntantiam” dai media impediscono la comprensione di immagini ed eventi che altrimenti hanno moltissimo in comune, che sarebbe invece facilissimo ed “indolore” comprendere, e che dovrebbero essere la base per la reciproca comprensione.





3 commenti:

Anonimo ha detto...

As salamu alaykum nobile Mustafa.

interessante questo tuo scritto, Allah ti compensi.

Ya Allah, sveglia chi tra noi dorme sui letti della distrazione e dell'indifferenza.
Completa la nostra porzione di sapere e di pazienza, perchè sono all'origine di ogni virtù e merito.
Al pensiero di Allah si copre di perle la spada della lingua.
Qualsiasi sentore senza il ricordo di Lui è mera apparenza. La fama, senza il Suo Nome, non è che vergogna.
ALLAHU AKBAR

RAMADAN MUBARAK A TE FRATELLO

prega per questa dervisha
salam
Karima

mail: karimanur@alice.it

L'agliuto ha detto...

Caro Mustafa,
benché cattolico, apprezzo oltre modo quanto scrivi. Ti ho aggiunto nei link di un blog che condivido col mio compare musulmano ed ho pubblicato (http://donkamel.splinder.com/post/19627167) un breve passaggio del presente tuo post. Tuttavia ho dovuto modificare una tua frase come segue: "Qualcuno potrebbe dire: “Si, ma questi episodi possono avvenire in Padania, una terra ormai scristianizzata, ma non da noi, nelle Due Sicilie”. Ma come la mettiamo con la folla straripante alla processione del Venerdì Santo?". Dimmi se ho frainteso e, in tal caso, rettifico subito.
A presto.
Asno

Unknown ha detto...

BismiLlahi arRahmani arRahim

AsSalaamu °aleicum ua rahmatuLlahi ua baracatuhu caro fratello,

è un piacere conoscere un altro musulmano meridionale e meridionalista mashaAllah!

Bella nota, l'unico commento l'avrei sulle festività sciite dell'Ashura, che poco hanno a che fare con l'Islam e che anzi lo malrappresentano.

Spero che mi scriverai presto, avrei piacere di conoscerti inshaAllah.